Google+ Viaggio Senza Vento: ARTE - Le visioni oniriche di Vladimir Kush

martedì 10 dicembre 2013

ARTE - Le visioni oniriche di Vladimir Kush



Vladimir Kush, Mythology of the Ocean


Stabilire quale sia la tendenza dominante dell’arte oggi è praticamente impossibile. In un mondo in cui la rete, i social network, i trasporti hanno definitivamente annullato le barriere spazio-temporali; in un’epoca in cui l’informazione viaggia su canali istantanei e universali; in una realtà in cui tutto è già stato fatto (pare), sembra che domini una sola regola: “tutto è concesso”. In arte si può fare tutto, la nostra non è L’epoca della rappresentazione, L’epoca del paesaggio, L’epoca della pittura religiosa, dell’incisione piuttosto che della scultura, etc.: questa è l’epoca del di tutto e di più, fotografia, videoarte, performance, streetart, installazioni, e c’è persino qualche pioniere che osa… dipingere!
In tutto questo marasma, chi ci dice cosa è veramente arte e cosa è solo “una buffonata”? Sinceramente non lo so! Da “studiosa” di storia dell’arte so che non devo lasciarmi fuorviare dal gusto: una cosa è il giudizio di gusto, personale e opinabile, tutt’altra cosa è il giudizio di valore, che deve essere il frutto di un’analisi, deve considerare le coordinate geografico-temporali in cui un autore e la sua opera si collocano, il suo ruolo e i suoi rapporti nel flusso infinito della storia dell’arte etc.  Ma da appassionata di arte c’è un solo principio che seguo, un principio bellissimo che mi è stato rivelato durante una conferenza dall’artista contemporaneo Emilio Isgrò, il quale, interrogato su cosa fosse arte e cosa no rispose più o meno così: «Molti oggi vogliono fare arte per diventare ricchi e famosi, credono che fare arte significhi mettere in scena una provocazione… ma non è così! All'arte chiediamo affetti, non effetti: gli effetti li sanno fare tutti, gli affetti li sanno creare solo i grandi artisti». Non posso che essere pienamente d’accordo, gli artisti che ci rimangono nel cuore sono quelli che ci hanno saputo emozionare. Già Kandnsky ci aveva detto qualcosa di simile: «L'artista cercherà di suscitare sentimenti più delicati, senza nome. La sua è una vita complessa, relativamente aristocratica e le sue opere daranno allo spettatore sensibile emozioni sottili, inesprimibili a parole».
È così, lasciandomi guidare dalle emozioni, che mi sono innamorata di Vladimir Kush, artista russo nato a Mosca nel 1965 e attivo oggi soprattutto in America, ma scoperto nel continente asiatico.
È stato definito un surrealista, e in effetti rintracciamo nel suo lavoro tutti i germi del Surrealismo: la dimensione onirica, del sogno; l’azione deformante sulle figure e sulle cose; processi di metamorfosi su più di un livello. Abbiamo navi che entrano in porti fatti di nuvole, navi le cui vele sono farfalle, elefanti con la proboscide a corno (lo strumento a fiato), oceani in bilico su crepacci di montagna…
Ma come facciamo a definire surrealista un artista russo, americano di adozione, che dipinge nel 2013?? Il Surrealismo nasce in Europa nel 1924 con il relativo Manifesto e muore con i suoi principali esponenti: il poeta e teorico del movimento André Breton e i pittori René Magritte, Joan Mirò, Max Ernst e naturalmente Salvador Dalì, del quale troviamo più di un riflesso nell’opera di Kush (…)
Come fare quindi? Considerare Kush un surrealista “ritardatario” o trovare per lui una definizione nuova? La risposta ce la fornisce l’artista stesso, il quale preferisce definire la propria arte “realismo metaforico”. Kush crede che i dipinti realistici mostrino l'abilità professionale dell'artista e si serve di questo luogo comune per attirare gli spettatori in modo che essi possano accettare le sue immagini impossibili e infine cogliere le metafore in esse contenute ed esplorarne i diversi livelli di significato.
Ma adesso lasciamo parlare le opere…

JessB

Vladimir Kush, Departure of the winged ship

Vladimir Kush, Metamorphosis

Vladimir Kush, African Sonata

Vladimir Kush, Haven

Vladimir Kush, Wind

Vladimir Kush, Journey along the edge of the earth

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