Google+ Viaggio Senza Vento: gennaio 2014

venerdì 31 gennaio 2014

VIAGGI - Madrid low cost #4

Fiera del Turismo, Madrid


Continua da Madrid low cost #3

Quando si è in vacanza il nostro corpo sembra attingere a riserve segrete di energia. Non si sa come, anche dopo una giornata tra musei, parchi, piazze, e dopo aver camminato per ore senza sosta e immagazzinato milioni di informazioni, basta una doccia per lavar via la stanchezza! Quando abbiamo qualche couchsurfer per casa mi piace preparare loro qualche piatto tipico della nostra tradizione… lo so, penserete «che italiana!», ma non ne posso fare a meno! Questa volta gli ospiti siamo noi quindi, a maggior ragione, vogliamo contraccambiare la gentilezza di Iliriana, che ci ha aperto la sua casa per tre giorni, cucinando per lei. Allora carbonara! Anche per lavare l’onta delle “carbonare” spagnole che vengono preparate con la panna risultando scialbe brodaglie… 
La cucina spagnola è ottima, ma come in tutti i paesi esteri a volte cuochi e ristoranti si lanciano in intrepide avventure con quella italiana, con risultati tra l'imbarazzante e il disastroso. Probabilmente qui penseranno lo stesso della paella preparata in Italia. 
Ma stavamo parlando della cena con Iliriana. C’era una cosa che mi ero dimenticata di chiederle… «Sei vegetariana?». Ecco, magari dovevo chiederglielo prima di decidere di preparare la carbonara: si, è vegetariana! Dovevo aspettarmelo, dato che la nostra esperienza come couch ci sta insegnando che una persona su due oggi è vegetariana. Ma non mi lascio demoralizzare! Per fortuna ho imparato a trovare un’alternativa vegetariana per tutto, quindi sappiate che se volete basta sostituire la pancetta con una zucchina tagliata sottile. Tutto il resto rimane uguale: uova, parmigiano e pepe.
Bene, risolto il problema, mi metto ai fornelli mentre Iliriana prepara l’aperitivo: tartine di pane integrale con formaggio di capra, miele e sesamo accompagnate da gustosissime olive adaluse.
La serata la trascorriamo così, tra cucina italo-spagnola, vino de la Rioja (la famosa regione vinicola della Spagna settentrionale), risate, discorsi “filosofici” sul senso della vita e grandi confessioni. In vino veritas!
 
Terzo e ultimo giorno a Madrid: FITUR. Il vostro sogno è di fare il giro del mondo ma non avete tempo? Visitando la FITUR, Fiera Internazionale del Turismo, lo potete fare in UN giorno!
Si tratta veramente di un evento meraviglioso: i rappresentanti dei Paesi di tutto il pianeta (e tutto vuol dire TUTTO: ci sono stand di stati, isole, regioni di cui non immaginavamo nemmeno l’esistenza) si riuniscono per 5 giorni a Madrid e portano con sé costumi tipici, balli, strumenti musicali, giochi, cibi, bevande, tradizioni artigianali e chi più ne ha più ne metta. Un universo di culture concentrate in giganteschi padiglioni: dal Brasile alla Norvegia, dall’Iran al Pakistan, dal Mali all’Uzbekistan.

Fiera del Turismo, Madrid
Panamá
Fiera del Turismo, Madrid
Guatemala
Fiera del Turismo, Madrid
México
Fiera del Turismo, Madrid
Tango argentino
Una foto in costume a Costa Rica, un po’ di musica folk in Messico (che fine hanno fatto i Mariachi?), uno spettacolo di tango in Argentina e uno di flamenco in Andalusia, quattro chiacchere con due artigiani rumeni che ci spiegano come decorano le uova fino a farle sembrare di ceramica, poi un giretto in Scozia ad ascoltare le cornamuse, un massaggio in Thailandia, una foto a una bellissima ragazza della Costa d’Avorio, un sake in Giappone dove una donna in kimono ci regala una busta di preparato per fare la zuppa di tofu e miso

Fiera del Turismo, Madrid
Perú
Fiera del Turismo, Madrid
Paraguay
Fiera del Turismo, Madrid
Costa Rica
Fiera del Turismo, Madrid
Cordoba e il flamenco
In Tunisia un uomo riempie minuscole ampolline di vetro lavorato con oli e unguenti, in Iran c’è un concerto di musica popolare con strani strumenti a fiato, archi e percussioni, in Egitto incontriamo un commerciante di gioielli che sembra uscito da Asterix e Cleopatra. Breve pausa panino e poi un caffé in Colombia (strepitoso!!), un salto nella bottega di un orafo marocchino che sta forgiando uno splendido piatto da portata, una risata con due uomini del Mali (uno dei due ci assicura di avere una storia con Belén, l'altro è semplicemente sbronzo), un tatuaggio con l’henné in India e per finire una visitina all’Uzbekistan dove troviamo un'affascinante hostess, dai tratti stranamente familiari...

Fiera del Turismo, Madrid
Brasile
Fiera del Turismo, Madrid
Kenya
Fiera del Turismo, Madrid
Tunisia
Fiera del Turismo, Madrid
Egitto
Fiera del Turismo, Madrid
Marocco
Fiera del Turismo, Madrid
Costa d'Avorio
Fiera del Turismo, Madrid
Mali
Fiera del Turismo, Madrid
Iran
Fiera del Turismo, Madrid
Thailandia
Fiera del Turismo, Madrid
India
Fiera del Turismo, Madrid
Giappone
Fiera del Turismo, Madrid
Uzbekistan (con una hostess d'eccezione)
Che giornata incredibile, abbiamo raccolto 3 borse piene di depliant, guide, mappe, gadgets e volantini... chissà se riusciremo mai a visitare tutti i Paesi dei quali abbiamo raccolto informazioni! La maggior parte del materiale riguarda la Spagna, città, regioni, zone turistiche, spiagge segrete, grotte e luoghi immersi nella natura selvaggia.
Complessivamente devo dire che il padiglione nettamente più divertente è stato quello del Sud America: colorato, festoso, pieno di musica e voglia di vivere. Oriente e Africa tremendamente affascinanti. Spagna, a cui ovviamente è dedicato più spazio in quanto nazione ospitante, davvero varia e accogliente. Il resto dell'Europa, tranne le eccezioni citate, una tristezza inaudita: stand per lo più asettici, poche iniziative, poco entusiasmo. Lo stand dell'Italia, in particolare, aveva la stessa briosità di quello di un’azienda che vende tondini in ghisa: scialbo, vuoto e insignificante. Mi sono avvicinata per scherzo al Veneto parlando spagnolo per vedere come presentavano il nostro Paese a uno straniero… le hostess non mi hanno minimamente considerata, si facevano gli affari loro e basta, e l’unico materiale informativo su Verona era quella pulciosissima mappa che si prende alla stazione dei treni di Porta Nuova. Senza scadere nella solita polemica da italiana all'estero, dico solo che partecipare a una fiera internazionale è un’opportunità più unica che rara per promuovere l’offerta turistica del proprio Paese, ma anche stavolta l’Italia se l'è lasciata sfugire. Di peggio ha fatto solo la Francia, dallo stand minimo e con la stessa attrattiva di un produttore di brugole.

Stanchi morti come se fossimo usciti da Disneyland, ci avviamo all’appuntamento con Mauro, il blablacar che ci darà un passaggio fino a Santander… vacanza finita. Ultimo giro in metro e salutiamo Iliriana con la certezza di rivederci presto.
Devo dire che siamo un po’ preoccupati per quanto riguarda il viaggio del ritorno, quello di andata, per quanto divertente, era stato quantomeno… strano! Non sappiamo quindi cosa aspettarci adesso. Per fortuna Mauro si rivela un ottimo autista e un buon compagno di viaggio. Chiacchieriamo tranquillamente, ci prendiamo qualche momento di riposo, ci scambiamo consigli su dove andare a mangiare o a bere qualcosa a Santander. Con noi c’è anche Maria, che ha trascorso il week end a Madrid per un corso di medicina orientale e cucina macrobiotica. Maria è simpaticissima, un vero vulcano. Parla, parla parla, e dopo qualche breve pausa, parla. Lei ne è perfettamente consapevole e ci racconta che spesso si ripromette di parlare meno, con scarsi risultati, tipo oggi. Otteniamo più informazioni da lei in questo viaggio che in tre mesi da quando siamo qui. Persino la ricetta, in versione originale e macrobiotica, di un dolce tipico della Cantabria, arroz y leche (riso e latte). Se avrà successo la troverete presto in un post sulle ricette tipiche spagnole, in caso contrario vuol dire che ho ottenuto lo stesso risultato degli spagnoli con la carbonara.


Che altro dire di questa vacanza? Abbiamo visitato una capitale europea con una spesa che definire low cost è riduttivo, abbiamo conosciuto nuovi amici grazie a blablacar e couchsurfing, abbiamo fatto il giro del mondo, cosa chiedere di più da un week end?

Ma soprattutto, che fine avranno fatto Er solitario e Power Felipe? Gira voce che stiano ancora cercando di uscire dagli svincoli del raccordo anulare di Madrid...

JessB


Vedi anche:

Pillole di Cantabria: 12 luoghi che dovete vedere
Madrid low cost #1
Madrid low cost #2  
Madrid low cost #3
Le 8 cose da fare a Barcellona 
Turistas "entre Comillas"
600 Km in bici
Un Natale tra cozze, calimocho e il Signor Spock
Kite surf e fondali scoperti

Anche i naufraghi mangiano fagioli
Tra Oceano e Montagne, lo sguardo eterno della Natura
Verona e il Barocco - 1. Il Palazzo della Gran Guardia
Verona e il Barocco – 2. Accademia Filarmonica

Verona e il Barocco – 3. La chiesa di San Sebastiano

Verona e il Barocco – 4. Palazzo Sansebastiani o dei Diamanti

giovedì 30 gennaio 2014

VIAGGI - Madrid low cost #3

Madrid

Continua da Madrid low cost #2

Giorno 2: sveglia di buonora e colazione a base di leche de arroz (latte di riso), caffè e croissant freschi. Usciamo con Iliriana che ha deciso di visitare la città con noi e ci dirigiamo all'ingresso del metro, direzione Atocha Renfe. Arrivati ci imbattiamo subito nel monumento alle vittime dell'attentato del 2004: un cono trasparente ricavato nel soffitto della stazione del metro, dal quale filtra la luce del sole e sul quale sono state impresse frasi di solidarietà in varie lingue. Ci fermiamo qualche minuto in silenzio, con altri turisti assieme a noi. Commovente.

Attentato Madrid 2004

Saliti in superficie visitiamo la stazione dei treni, famosa perchè sede di un giardino botanico esotico, dedicato principalmente a varie tipologie di palma. Mentre la attraversiamo è in funzione l'impianto di irrigazione
a vapore che mantiene il clima umido adatto alla loro sopravvivenza. Laghetti gremiti di tartarughe e vari tipi di pesci completano il quadro amazzonico.

Giardino botanico Atocha Renfe

Usciti all'aria aperta ci dirigiamo a piedi verso il vicino Museo Thyssen, una collezione privata che va dalla fine del XIII secolo al post modernismo. Lungo il breve tragitto incontriamo il giardino verticale del Caixa Forum, l'opera del botanico Patrick Blanc alta 24 metri. 

Caixa Forum, Patrick Blanc

Finalmente entriamo al Thyssen. Curiosamente la visita inizia al piano due, prosegue all'uno e si conclude al piano terra. La completezza quasi enciclopedica con la quale sono toccate tutte le epoche e i loro rispettivi stili è impressionante. Tutti e tre concordiamo che sia uno dei musei più belli e interessanti mai visti. I grandi nomi si sprecano, cito a memoria: Carpaccio, Dürer, Caravaggio, Canaletto, Rubens, Rembrandt... ma è il periodo fine Ottocento-prima metà del Novecento che stupisce per quantità e qualità. Troviamo infatti opere di Renoir, Monet, Degas, Van Gogh, Kirchner, Hopper, Kandinsky, Dalí, Mondrian, Chagall, Magritte, Schiele, Pollock e tanti altri meno conosciuti ma altrettanto interessanti.

Madrid Pechstein Thyssen

Madrid Kandinsky Thyssen

Madrid Mondrian Thyssen

Madrid Hopper Thyssen

Madrid Pollock Thyssen

Dopo due ore abbondanti tra linee e colori ci dirigiamo al Parque del buen retiro (per gli amici  Retiro) in cerca di cibo e un posto dove prendere il sole. Ebbene si, è il 25 gennaio e siamo sui 20 gradi, temperatura inusuale per l'inverno anche a queste latitudini. Detto fatto, evitati i ristoranti turistici del vialone principale gremito dagli immancabili artisti di strada, troviamo un chiosco secondario che propone dei perritos calientes (la traduzione di hot dog più meravigliosa che esista) a un euro. Due euro perrito+botellín de agua. Ne divoriamo tre a testa, caffè e siesta al sole sulle note di La vie en rose di Édith Piaff ripetuta allo sfinimento da un vecchio gitano armato di fisarmonica. Bella ma amplia il repertorio mioddio.

Madrid Retiro

Madrid - Retiro

Dopo aver disquisito su quanto sia dura la vita quando si è in vacanza, visitiamo le statue dei Re di Spagna, il Palazzo di cristallo (ex giardino botanico reale) e il lago interno al parco, popolato da barchette a remi a noleggio. In tutto il parco incontriamo turisti, musicisti improvvisati, gente che corre, passeggia a piedi o in bici, si rilassa all'ombra delle piante, si da appuntamento o fotografa i numerosi monumenti.

Madrid - Retiro

Madrid - Retiro

Madrid - Retiro

L'atmosfera è deliziosa, ma il sole sta tramontando, quindi ci dirigiamo verso il Museo del Prado, anch'esso a portata di scarpe. Un rapido incontro con la ragazza di mio fratello, a Madrid per motivi di studio, un saluto a Iliriana che si avvia verso casa ed entriamo nel museo. Anche questo gratis in orario serale come il Reina Sofia, ma con decisamente più traffico e coda. Del Prado c'è poco da dire, è uno dei musei più famosi al mondo, il palazzo settecentesco è a dir poco fastoso e la collezione di classici infinita, soprattutto italiani: Bellini, Botticelli, Correggio, Caravaggio, Lorenzo Lotto, Mantegna... anche la parte dedicata a Goya è molto vasta, ma a spiccare su tutto e tutti è decisamente il Giardino delle delizie di Bosh. Non si poteva fotografare ma.... ops, troppo tardi!

Prado Bosh


A domani per la quarta e ultima parte!

M.M.

Vedi anche:

 

mercoledì 29 gennaio 2014

VIAGGI - Madrid low cost #2


Madrid

Continua da Madrid low cost #1


Giunti a Madrid accompagniamo Carla a lezione (dopo 5 ore di macchina con Radio Felipe chissà che voglia ha la poverina di farne atre 5 in un’aula universitaria…) e tanti saluti a chi invece prosegue il suo viaggio: Er Solitario deve arrivare ad Alicante, mentre il prode Felipe è atteso nelle balere di Benidorm. La strana coppia ha davanti a sé ore e ore on the road, non osiamo immaginare come sia andata… 
Ma questa è un’altra storia, davanti a noi c’è la bella Madrid, un milione e mezzo di cose da fare e solo 2 giorni a disposizione. Prendiamo subito la metro (a Madrid è super efficiente e relativamente economica: 12 euro un abbonamento da 10 corse) in direzione Puerta del Sol, il km 0 della rete stradale spagnola. Da noi si dice “tutte le strade portano a Roma”, ebbene, qui tutte le strade partono da questa piazza. 

Madrid

Tornati in superficie ci rendiamo subito conto del perché Madrid sia considerata così accogliente e festosa: Puerta del Sol è letteralmente invasa da turisti da tutto il mondo e artisti di strada (ci sono persino Chewbecca di Star Wars, Homer e una specie di capra spaziale).

Madrid

Seconda tappa: Plaza Mayor. È quasi sera e l’aria si tinge improvvisamente di un giallo caldo e intenso. 

Madrid

Secondo il buonsenso dovremmo cercare l’appartamento della couchsurfer che ci deve ospitare, anche perché abbiamo più di cinque ore di viaggio alle spalle e siamo carichi come muli… Ma siccome ci sono almeno 17 gradi e siamo in una delle città più vive della Spagna decidiamo di bighellonare ancora un po’. 
Sono quasi le 19, l’ora ideale per andare al Reina Sofia: a Madrid in determinate fasce orarie i musei sono gratuiti! Se per visitare tutti quelli di Roma, Firenze, Venezia etc. dovremmo probabilmente chiedere un mutuo, qui basta qualche piccola accortezza per sfruttare al massimo l’offerta culturale della città senza spendere un euro! 

Dalì

Il Centro de Arte Reina Sofia è un museo d'arte contemporanea, dedicato a tutta la produzione artistica dall'inizio del Novecento ad oggi. Oltre alla celeberrima Guernica di Pablo Picasso, esso offre non poche attrazioni, da Salvador Dalí a Joan Miró, da Antoni Tàpies a Andy Warhol, da Mark Rothko a Roy Lichtenstein a Francis Bacon… insomma qualcosa che si avvicina molto alla mia idea di paradiso! Se avete dato un’occhiata ai nostri post sull’arte potrete facilmente immaginarmi girovagare per le sale con le stelline negli occhi in una specie di trance che sta a metà strada tra l’estasiato e il logorroico… per fortuna Manuel ancora non si è ancora stancato di sentirmi parlare per ore e ore delle ragioni filosofico-cultural-pindariche dell’arte.

Madrid


I musei, si sa, nutrono la mente e l’anima… ma anche lo stomaco ha le sue esigenze!

Avevamo letto di un quartiere in cui c’è sempre festa, un barrio in passato malfamato, ora trasformato in una delle zone più cool di Madrid grazie alla comunità gay che l’ha reso il quartier generale della movida. Metropolitana in direzione Barrio Chueca quindi! Il quartiere non delude le nostre aspettative, rivelandosi costellato di locali, baretti, ristoranti, e popolato da un’umanità colorita e festosa. Entriamo in una taverna dallo stile andaluso che propone caña+tapa a 1 euro e 50. Per chi non lo sapesse una caña è l’equivalente di una birra piccola alla spina e le tapas sono stuzzicherie di vario tipo: fette di tortilla, tartine giganti con sopra di tutto (carne, pesce, verdure, formaggi e chi più ne ha più ne metta), o, come nel caso di questo locale andaluso, un bel piattino di pescetti fritti. Dopo aver divorato anche una porzione formato famiglia di papas bravas (patate al forno con una salsa piccante) e finito il terzo giro di birrette, ce ne andiamo. Totale: 12 euro in due. Adesso che ci sentiamo perfettamente acclimatati con l’allegria madrileña, siamo pronti per conoscere la nostra ospite.

Madrid


Arriviamo da Iliriana quasi a mezzanotte, e nonostante l’avessimo avvisata del ritardo ci sentiamo un po’ in colpa: pensiamo sia maleducato arrivare a casa di una sconosciuta a quell’ora. Ma a Iliriana non importa nulla dell’ora e delle formalità, anzi, ci accoglie con un gran sorriso e una tisana al cioccolato. Ci ha persino preparato il letto in camera sua, scegliendo per sé il divano in soggiorno, e non vede l’ora di conoscerci e fare due chiacchiere. ¡Bienvenidoooos!

Dovevamo capirlo dal suo primo sorriso: abbiamo trovato un’amica!

Andiamo a letto felici e soddisfatti della giornata piena. Siamo esausti e sappiamo che ci addormenteremo in un secondo… ma, l’ultimo pensiero della giornata va a loro: Er Solitario e Power-Felipe. Dove saranno? Saranno finalmente giunti a destinazione? Sarà riuscito Power a strappare una parola ar Solità? Er Solità sarà riuscito a evitare che Power prendesse altre autostrade al contrario? Dopo circa 7 secondi di sincera preoccupazione, pensiamo alle mille cose che ancora vogliamo vedere nel nostro soggiorno madrileño e ci addormentiamo in men che non si dica! 



JessB

Vedi anche:

martedì 28 gennaio 2014

VIAGGI - Madrid low cost #1

Madrid

Questo fin de semana siamo stati a Madrid per visitare la FITUR, la Fería internacional del turismo, e naturalmente visitare la città e i suoi rinomati musei. Certo, muoversi e dormire in una capitale, seppur pochi giorni, può risultare una spesa notevole, ma questo non ci ha scoraggiati. Come vi racconteremo in questo e nei prossimi post, con qualche scaltro accorgimento si può visitare una delle capitali europee più belle con una spesa veramente minima. Fatta quindi di necessità virtù, abbiamo deciso di affidarci a Bla bla car per il trasporto e a Couchsurfing per l'alloggio, la nostra prima volta da surfers.

Bla bla car

Eccoci quindi in macchina con Felipe, un hombre di Santander sulla cinquantina, barba incolta, bonario, ma clamorosamente dipendente dalle bibite energetiche. Non è ancora mezzogiorno e i surrogati di Redbull stappati sono già due, ma i tic e la fermezza non proprio da chirurgo della sua mano ci confermano che probabilmente non sono le prime della giornata. Sarà poi lui stesso a raccontarci di un suo viaggio a Malaga caratterizzato da 27 ore ininterrotte senza sonno. Con noi Carla, una studentessa-lavoratrice che segue dei corsi a Madrid nel weekend.
A parte gli scossoni dovuti alla manoferma di Felipe, tutto liscio fino a poco prima di Burgos, dove il prode condottiero si infila al contrario nella rampa di uscita di un'autostrada, percorrendola con nonchalance per un centinaio di metri tra le urla di terrore e i nuovi capelli bianchi dell'equipaggio. Scampato un probabile scontro frontale giungiamo quindi a Burgos dove dobbiamo fermarci a raccogliere il quinto e ultimo passeggero, il cui nome non sapremo mai. Carla ci prega di poter sedere dietro con noi, il buon Felipe l'ha sommersa di discorsi per più di due ore, lei sente quindi di aver adempiuto ai suoi doveri di copilota, che sia il nuovo malcapitato ad assolvere i suoi! Peccato che Er solitario non darà grandi soddisfazioni alle elucubrazioni filosofiche di Power Felipe. Eccolo, lo vediamo arrivare. O meglio vediamo arrivare il suo cappellino nero da baseball, indossato al contrario, che mal nasconde una folta chioma conciata alla maniera degli emo (Sigh!), sotto la quale spiccano baldanzosi due dilatatori neri alle orecchie delle dimensioni di monete da due euro. Completano il quadro naif un anello al naso e una canotta bianca, scollatissima, decorata da un gigantesco teschio azzurro perlato, che scopre delle spalle bianchissime impreziosite da uno strato sottile di peluria adolescenziale:
 
«Hola».

Madrid


Questa sarà l'unica parola pronunciata da Er Solitario prima di infilarsi le auricolari e dedicarsi anima e corpo a una conversazione su whatsup che durerà per tutte le tre ore abbondanti che separano Burgos da Madrid. Cionostante, Power Felipe, noncurante della disattenzione del suo interlocutore, prosegue imperterrito il suo comizio su argomenti delicatissimi quali la temperatura del forno per cucinare un buon bizcocho o la qualità delle balere di Benidorm negli anni Novanta. Naturalmente senza mai smettere di torturare il volante.

Madrid


Dietro, tra lo sbalordito e il divertito, facciamo amicizia con Carla, mentre dal finestrino vediamo sfilare un paesaggio in continuo mutamento: i verdi pascoli della Cantabria, il deserto della Castilla, mulini a vento, tori e sierre innevate. Giunti a Madrid... (Continua)

M.M.

Vedi anche:

ARTE - Buon compleanno a Jackson Pollock!



Jackson Pollock
Out of the web,  1949
Il 28 gennaio 1912, nel Wyoming, nasce Jackson Pollock. Passa l’infanzia al seguito del padre agrimensore, tra estenuanti misurazioni e rilevamenti geologici nei deserti dell’Arizona e della California. È forse qui che si insinua in lui quel senso di vastità incontaminata, di silenzio desertico e assordante, di vuoto magico e incomprensibile, di energia primordiale, che ritroveremo in tutte le sue opere.

Jackson Pollock
Cathedral,  1947
Se a questo aggiungiamo il senso spaziale tattile e la morfologia della curva desunti da Benton all’Art Students League; la violenza formale dell’arte messicana alla Orozco, con quel segno incisivo e l’accentuato senso cromatico; il desiderio totemico-archetipico di dar spazio alla voce dell’Ovest e alla cultura indiana e infine una naturale tendenza all’informalità, otteniamo la ricetta perfetta per l’Action Painting pollockiana, che si sublima nel 1947 con l’invenzione del Dripping.

Jackson Pollock
Jackson Pollock e la moglie Lee Krasner in una fotografia di Namuth
Con il Dripping, che consiste nello sgocciolamento del colore sulla tela stesa per terra per mezzo di un bastone, un pennello rovescio o un coltello che non tocca mai la superficie, l’operazione pittorica si trasforma in una danza rituale dall’elevata componente energetica.

«La mia pittura non nasce dal cavalletto. Io quasi mai stendo la tela prima di dipingerla. [… ]Sul pavimento sono più a mio agio. Mi sento più vicino, più una parte del quadro, poiché in tal modo posso girare attorno ad esso, lavorare su quattro lati ed essere letteralmente nel quadro» J. Pollock


Jackson Pollock
Blue poles, 1953
Il Dripping è una danza che costruisce continuamente una plasticità spaziale, al fondo della quale resta la pittura, la tela, la superficie: sindone della “passione” creativa, testimonianza di un’azione tridimensionale. Full Fathom Five, Enchanted Forest, Cathedral, Alchemy, Summertime, Out of the web, Blue poles… le opere si susseguono in un vortice di passione bruciante che lentamente consuma Pollock a New York come a Long Island, fino al canto del cigno: The deep, una ferita, uno spiraglio sull’infinito… o sul nulla.

Jackson Pollock
The deep,  1953

Jackson Pollock muore nel 1956 in un incidente d'auto, divorato dalla vita, dalla passione, dall’arte.

JessB