Il termine Artoteca (coniato e
brevettato nel 1957 dal gallerista danese Knud Pedersen) designa una raccolta,
una collezione di opere d’arte messe a disposizione del pubblico per essere
noleggiate dietro il pagamento di un canone.
Si tratta di un tipo di istituzione
che appartiene di norma a enti pubblici o privati, con o senza scopo di lucro,
fondata con il preciso obbiettivo di rinnovare il rapporto di fruizione
artistica, aprendo il mondo dell’arte a una pluralità di individui che
altrimenti difficilmente si accosterebbero ad esso, principalmente per ragioni
economiche.
I primissimi prototipi di istituzioni
volte al noleggio e al prestito delle opere d’arte, seppure non ancora
strutturate nell’accezione odierna di artoteca, nascono in Germania, già
all’inizio del Novecento. Di quì, entro la metà degli anni ’50, si diffondono
in Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca, dove troviamo le prime
organizzazioni specializzate nel prestito di opere d’arte (prevalentemente
contemporanea); tra gli anni ’60 e ’70 anche in Francia e Olanda (paese in cui
questa attività pare aver raggiunto la massima diffusione) si diffondono
istituzioni che operano nello spirito delle artoteche.
Inizialmente le opere disponibili per
il prestito si limitano a grafica numerata, serigrafie, incisioni, acqueforti,
fotografie, multipli. In un secondo momento il servizio si estende anche a
dipinti e sculture, fino ad arrivare, in tempi recenti, a includere anche la
possibilità di affittare installazioni e video.
Il fondo di opere viene di regola
costituito attraverso acquisti o donazioni da parte degli artisti o dei loro eredi,
ma non si esclude la possibilità di istituire collaborazioni e convenzioni con
gli artisti (specialmente i giovani e gli emergenti) - che possono mettere a
disposizione le proprie opere al fine di promuovere la propria arte - e, perché
no, con i musei, i quali spesso possiedono tesori sepolti nei loro magazzini,
in attesa di trovare spazi espositivi adeguati.
L’obiettivo principale delle
artoteche, dopotutto, è quello di favorire la conoscenza diffusa e orizzontale
dei linguaggi artistici, incoraggiando inoltre il superamento di quelle
barriere di natura sociale, economica e culturale che spesso rendono
inaccessibile il mondo dell’arte (e in particolare dell’arte contemporanea).
Le modalità di noleggio variano da
Paese a Paese e in base alla natura dell’istituzione che offre il servizio. In
generale il pubblico (privato cittadino, azienda o ente) ha la possibilità di
noleggiare una o più opere per un periodo limitato di tempo che va dalle 24 ore
ai 12 mesi. Quasi sempre è prevista una quota annua di adesione (spesso una
cifra irrisoria, compresa entro i 50 euro). Il canone d’affitto varia in base
al periodo e alla natura dell’opera, può essere anche modico, in certi casi
addirittura gratuito. Non di rado inoltre si offre la possibilità di acquistare
l’opera riscattandola al termine del periodo di noleggio.
In Europa riscontriamo principalmente
due tipi di modelli: il modello biblioteca, in cui le opere acquistate
dall’artoteca hanno lo status di bene pubblico e possono quindi essere cedute
in prestito ma non vendute; e il modello galleria, in cui le opere, non sempre
acquistate dalla galleria, ma spesso consegnate in deposito dall’artista, che
ne resta il proprietario, possono essere date in prestito ed eventualmente
vendute.
Ponendosi come terza alternativa ai
due classici modelli di accesso all’arte - fruizione pubblica (prevalentemente
museale) e fruizione privata (tramite l’acquisto) - le artoteche
permetterebbero di ovviare ai limiti dell’una e dell’altra: la prima presenta
il limite di un tipo di fruizione rapida, superficiale ed estemporanea, la
seconda è vincolata dal presupposto della necessità di una certa disponibilità
economica da parte del fruitore.
Detto questo, ci sembra che il sistema
artoteca svolga (all’estero) e possa svolgere (in Italia) più di una funzione,
offrendo non pochi vantaggi per tutti gli attori che ne sono coinvolti: da un
lato contribuiscono ad accrescere l’accessibilità dell’arte contemporanea per
il grande pubblico, superando le barriere culturali, economiche e psicologiche
che ne ostacolano la fruizione; dall’altro aiutano gli artisti, soprattutto i
giovani e gli emergenti, ad acquisire notorietà anche al di fuori delle
gallerie d’arte commerciali.
Non solo l’artoteca può divenire un
potente strumento di divulgazione dell’arte, ma può rappresentare anche un
mezzo di promozione del collezionismo: portare a casa un'opera d'arte significa
stabilire con essa un rapporto di familiarità, una specie di legame emotivo che
crea la necessità di prendere in prestito altre opere o di acquistarne (una
nuova frontiera per avviare al collezionismo anche chi non dispone
nell’immediato dei mezzi economici necessari?).
Inoltre, la possibilità di fruire
delle opere attraverso un confronto diretto e prolungato, in una dimensione
domestica e quotidiana favorisce un arricchimento sul piano della conoscenza e
della sensibilità verso l’arte, in questo senso l’artotreca svolge quindi un
ruolo pedagogico ed educativo, favorendo l’affinamento del gusto estetico e la
conoscenza dei linguaggi artistici contemporanei.
L’artoteca come spazio fisico potrebbe
altresì essere pensata come un luogo d'incontro, un centro culturale dove
ognuno può avere l’occasione non solo di noleggiare opere d’arte, ma anche di
conoscere gli artisti che le hanno realizzate, attraverso mostre, conferenze,
attività didattiche.
Il mercato a cui l’artoreca si
rivolge, inoltre, non è solo quello del privato cittadino, ma anche quello
aziendale: piccole e grandi imprese non possono che trarre vantaggi da un
servizio di questo genere. Possedere opere d’arte che abbelliscono gli ambienti
dell’azienda, può portare un significativo riscontro d’immagine su di essa, ma
spesso il canone di investimento richiesto non è compatibile con il budget di
spesa della stessa. Avere la possibilità di noleggiare le opere a basso costo
(e di fruire di un servizio di consulenza) supplisce ottimamente a
questo problema e appare una scelta ancor più sensata se si pensa che offre
anche la possibilità di rinnovare periodicamente gli allestimenti (senza
contare la deducibilità del canone di noleggio in maniera parziale o totale in
rapporto alla legislazione fiscale dei singoli Paesi).
Il noleggio, l’affitto o il leasing sono
ormai una consuetudine diffusa, che permette a chiunque di accedere alla
fruizione di diversi prodotti e servizi (dall’affitto di un appartamento al
noleggio di un auto, dalla locazione di un terreno al leasing per
un’attrezzatura specializzata, dal prestito di un libro all’affitto di uno
strumento musicale… ecc.). Cionostante il noleggio di opere d’arte in Italia è ancora una pratica pressochè sconosciuta, anche se i vantaggi dell'artoteca sono lampanti. La speranza è di riuscire a colmare presto il divario, riuscendo presto a metterci al pari con il
resto d’Europa anche sul piano delle artoteche.